8 – Reti di Educazione Prioritaria
RETI PER L’EDUCAZIONE PRIORITARIA (R.E.P.)
La Rete delle Istituzioni scolastiche comprese in ogni Osservatorio di Area potrà essere articolata in microaree distrettuali, definite “Reti per l’Educazione Prioritaria” (R.E.P.), coordinate da un Dirigente Scolastico. Il Coordinatore dell’Osservatorio di Area di competenza, di concerto con il Coordinatore dell’Osservatorio provinciale e con il Dirigente scolastico coordinatore della Rete per l’Educazione Prioritaria, elaboreranno in forma scritta un documento per proporre l’istituzione delle R.E.P. nella macroarea di pertinenza. Tale documento dovrà esplicitare: 1. Mappatura territoriale della R.E.P. ; 2. Istituzioni Scolastiche afferenti; 3. Nominativo dei docenti utilizzati in attività psicopedagogiche di rete afferenti alle diverse R.E.P. 4. Nominativo Dirigente Scolastico Responsabile.
COMPOSIZIONE DELLA R.E.P.
Ciascuna R.E.P., coordinata da un Dirigente Scolastico, è composta dalle seguenti figure: – Dirigenti degli Istituti Comprensivi, delle Scuole dell’infanzia, delle Scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, comprese nella microarea; – Docenti utilizzati in attività psicopedagogiche su reti di Scuola; – Docenti utilizzati in attività psicopedagogiche nelle singole Scuole comprese nella microarea; – Docenti referenti per la Dispersione Scolastica individuati dalle Scuole afferenti alla microarea; – Operatori di altre istituzioni e del terzo settore ricadenti nella microarea.
COMPITI DELLA R.E.P.
Le R.E.P., avranno il compito di: – sostenere ed implementare azioni di intervento in situazioni problematiche per ridurne l’area di rischio; – elaborare un Contratto per l’Educazione prioritaria individuando: mission, aree di intervento, luoghi e tempi di realizzazione, risultati attesi, risorse da impegnare; – monitorare i fenomeni di dispersione scolastica e aggiornare sistematicamente i dati sulle frequenze irregolari delle scuole della rete; – individuare strategie per il coinvolgimento delle famiglie nel percorso formativo dei figli; – documentare le buone prassi attraverso la raccolta dei progetti e dei POF delle singole scuole; – implementare e sperimentare protocolli di intervento anche di presa in carico distribuita delle situazioni problematiche (bullismo, violenza diffusa, demotivazione scolastica, difficoltà di apprendimento, grave disagio psico-sociale, etc …), che coinvolgano allievi, genitori, personale scolastico, operatori del territorio – valutare l’efficacia delle azioni realizzate.